Le interviste al direttore Caritas, Padre Nino Basile e al Vescovo, mons. Cesare Di Pietro
MESSINA – Messina si scopre una città vulnerabile, attraversata da povertà che non riguardano più soltanto il reddito, ma la cultura, l’istruzione, la stabilità familiare, l’abitare e il futuro dei giovani. È l’immagine che emerge dal nuovo report dell’Osservatorio delle risorse e delle povertà della Caritas, realizzato in collaborazione con l’Università di Messina e presentato nell’Aula magna dell’Ateneo in un incontro che ha raccolto analisi, dati e testimonianze di un territorio che cambia. La crisi del ceto medio, la crescita dell’inattività giovanile, l’espansione del gioco d’azzardo, la fragilità abitativa e l’aumento delle persone senza dimora compongono una mappa complessa che supera i confini tradizionali delle periferie.
Nel quadro delineato dai numeri trovano posto anche le parole del direttore della Caritas, padre Nino Basile, e del vescovo ausiliare, mons. Cesare Di Pietro, che hanno offerto una lettura pastorale e sociale di una città dove, sempre più spesso, le vulnerabilità emergono nei quartieri e nelle famiglie che un tempo rappresentavano la fascia stabile della popolazione.
Povertà culturale e nuovi confini della vulnerabilità
“Il motivo per cui ogni anno consegniamo questo strumento alla città è semplice: vogliamo metterci accanto alle istituzioni e a chi opera nel sociale, offrendo elementi sui quali riflettere”, ha affermato padre Basile presentando il dossier. “Il report non è un atto di accusa verso nessuno, ma uno strumento che aiuta a leggere una realtà sulla quale intervenire con strumenti idonei. E ciò che emerge non riguarda solo la povertà economica: cogliamo povertà trasversali, culturali, educative. C’è un ceto medio che non c’è più”. Il direttore Caritas ha sottolineato anche come la globalizzazione abbia trasformato la geografia del disagio: “Non è più una povertà confinata nelle periferie, ma una povertà che tocca tutti gli ambienti cittadini”.
I dati confermano la diagnosi: il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni resta fermo al 52,6 per cento, mentre oltre il 40 per cento dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro l’anno. Gli inattivi sono 59 mila, più degli occupati, che sono 54 mila.
Giovani che non studiano né lavorano e abbandono scolastico in aumento
Un capitolo particolarmente critico riguarda i giovani. “A Messina – ha evidenziato mons. Di Pietro – il 29 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. Ventinove su cento: un dato troppo alto, che descrive una città piuttosto depressa”. Nelle aree più esposte della città il valore sale a 33 giovani su 100. L’abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni coinvolge quasi 15 ragazzi su 100, con picchi che arrivano a uno su cinque nella terza circoscrizione. Nei doposcuola Caritas si moltiplicano i casi legati a ansia, bassa autostima, disturbi alimentari, difficoltà familiari: segnali che parlano di una fragilità educativa crescente. Padre Basile ha ribadito che “i riflettori ormai non si accendono soltanto nelle periferie: le forme di disagio si muovono, cambiano, attraversano tutta la città”.
Casa, senza dimora e gioco d’azzardo: l’altra faccia della crisi
La precarietà abitativa è uno degli indicatori più significativi. Oltre un terzo delle famiglie messinesi non vive in una casa di proprietà e tra gli over 67 soli l’incidenza della vulnerabilità raggiunge l’8,9 per cento. Tra il 2013 e il 2023 la città ha perso 24 mila abitanti, un calo che indebolisce i servizi e la tenuta sociale.
Il report affronta anche il tema del gioco d’azzardo, con dati illustrati da Francesco Conti: nel 2024 la spesa pro capite online è di circa 3.250 euro, il 50 per cento in più della media nazionale. Quasi sette studenti su dieci hanno giocato almeno una volta e oltre il 23 per cento lo fa più volte a settimana, mentre il 17,8 per cento dichiara di aver avuto perdite negli ultimi dodici mesi.
Le persone senza dimora, analizzate da Carmela Lo Presti, rappresentano un’ulteriore ferita aperta nella città, con situazioni stabili e difficoltà di accesso a percorsi realmente risolutivi. L’imprenditoria straniera, studiata da Andrea Nucita, mostra invece un tessuto dinamico, con risorse e criticità che convivono.
I relatori hanno composto un quadro articolato: Stefania Radici ha esaminato lo stato delle periferie; Domenica Farinella ha approfondito il sostegno alle famiglie fragili e le differenze tra politiche categoriali e universali; Conti ha analizzato l’azzardo; Lo Presti le persone senza dimora; Nucita le dinamiche imprenditoriali. Ha introdotto e moderato Enrico Pistorino, curatore della pubblicazione. Il costituzionalista Alberto Randazzo, intervistato a margine, ha definito il report “uno strumento necessario che permette alla città di leggere i problemi e le risorse, alimentando un dibattito orientato al bene comune”. Il dossier, nelle intenzioni dell’Osservatorio, si propone così come una chiave di lettura e un invito a intervenire sulle cause profonde del disagio, offrendo una Messina che, pur attraversata da contraddizioni, continua a interrogarsi e a cercare risposte condivise.






