ROCCALUMERA – L’abbattimento dell’Erythrina caffra, l’albero dai fiori rosso corallo che per dieci anni ha abbellito e ombreggiato il lungomare di Roccalumera, ha suscitato un acceso dibattito in città. A intervenire ufficialmente è stato il vice sindaco Antonio Garufi, che ha voluto spiegare le ragioni dietro una decisione tanto sofferta, resa ancora più complessa dal fatto che l’autrice della lettera aperta contro l’abbattimento è sua sorella, Chiara.
“Ho letto con grande attenzione la lettera di mia sorella – racconta Garufi – e proprio il legame familiare rende questa vicenda particolarmente delicata. Tuttavia, come amministratore, sento il dovere di essere chiaro e deciso nel ribadire i principi che guidano il mio ruolo e nel far emergere con trasparenza le motivazioni che hanno determinato la scelta di abbattere l’albero”.
Il vice sindaco spiega le fondamenta tecniche della decisione: “Il mio dovere principale, come vice sindaco, non è assecondare il sentimento, nemmeno quando proviene da una persona a me cara, ma garantire la sicurezza e la protezione di tutti i cittadini di Roccalumera. La decisione di abbattere l’albero – prosegue – non è stata presa con leggerezza. Dopo un sopralluogo tecnico e una relazione agronomica che ha evidenziato una ‘potenziale pericolosità futura’, sebbene l’albero sembrasse sano, ho deliberato con piena consapevolezza e senso di responsabilità la sua rimozione”.
Il vicesindaco sottolinea anche un altro aspetto: “Come rappresentante delle Istituzioni, non posso permettermi di ignorare un rischio che, se si concretizzasse, potrebbe causare gravi danni. Aspettare che si verifichi un danno per intervenire sarebbe inaccettabile. Per questo, ho assunto la responsabilità di autorizzare l’abbattimento, consapevole che in gioco c’è la sicurezza della vita umana”.
Riguardo al conflitto tra affetti personali e dovere pubblico, Garufi è chiaro: “L’interesse pubblico è un valore sacro che supera qualsiasi legame familiare. La mia vita è sempre stata un esempio di netta separazione tra l’interesse della comunità e quello privato o di famiglia. In questo caso, dove il sentimento di mia sorella si è scontrato con il mio dovere istituzionale, ho scelto senza esitazione il bene della collettività. Nessun legame affettivo può farmi deviare dall’obbligo di tutelare l’incolumità dei miei concittadini”.
Rispondendo alle critiche per la lentezza con cui vengono affrontate altre questioni come strade dissestate, marciapiedi rotti e aiuole trascurate, il vice sindaco chiarisce: “È vero, la programmazione degli interventi strutturali è rallentata dalle difficoltà economiche e dalle ristrettezze delle risorse del Comune. Tuttavia, sull’aspetto della sicurezza non si può transigere: l’efficienza mostrata in questo caso non è un’eccezione, ma dimostra che la tutela della vita è la priorità assoluta”.
L’amministratore chiude ribadendo con fermezza la sua posizione: “L’abbattimento di quell’albero rappresenta la prova concreta che, nel mio ruolo di amministratore, la sicurezza della collettività viene prima di qualsiasi altro sentimento, incluso quello dei familiari più stretti. Io sono al servizio di tutti, senza confondere l’interesse pubblico con quello privato”.






