PALERMO – È un ritorno atteso, carico di suggestioni e di sfide artistiche quello di Salome, capolavoro di Richard Strauss che approda nuovamente sul palcoscenico del Teatro Massimo dopo vent’anni dall’ultima produzione. L’opera, tratta dalla celebre e controversa pièce di Oscar Wilde e musicata nel 1905 dal compositore bavarese, debutta il 20 maggio alle ore 20:00, con repliche previste fino al 27 maggio.
A dirigere l’orchestra del Teatro Massimo sarà il maestro Gaetano d’Espinosa, interprete raffinato ed esponente di spicco della nuova generazione di direttori italiani, già acclamato nei principali teatri europei ed asiatici. L’allestimento, firmato dalla Irish National Opera di Dublino, porta la regia visionaria di Bruno Ravella, ripresa da Carmine De Amicis che ne cura anche i movimenti scenici sulle coreografie di Liz Roche. Il disegno scenico di Leslie Travers trasforma l’azione in una potente metafora visiva, mentre al contempo, le luci di Malcolm Rippeth contribuiscono a scolpire le atmosfere claustrofobiche dell’opera.
Un’opera simbolica, tra eros, morte e redenzione
Strauss costruisce un intreccio musicale di straordinaria ricchezza timbrica, in grado di dare corpo e voce alla discesa psichica della protagonista nei meandri del desiderio e dell’ossessione. Salome non è solo la giovane che danza per compiacere Erode è anche una figura ambigua, seduttrice e vittima, carnefice e adolescente inquieta che sfida le leggi morali e religiose del suo tempo. Il maestro d’Espinosa definisce la partitura come dirompente nella sua modernità, definendo l’intensità emotiva del tessuto orchestrale come un intreccio polifonico denso, dove ogni tema sembra nascere dalle pulsioni e dai turbamenti della protagonista. Al centro, il dualismo tra corpo e spirito, tra sacro e profano, tra l’alterità ascetica del profeta Jochanaan e il tormentato desiderio di Salome.
L’allestimento, ambienta la vicenda in una gigantesca cisterna d’acqua, richiamando i rituali di purificazione e il concetto di profondità inconscia, mentre un albero al centro della scena diventa metafora di vita, trasformazione e speranza.
Un cast internazionale per una partitura estrema
Il ruolo della protagonista, tra i più complessi del repertorio per soprano, sarà affidato a Nina Bezu per la serata inaugurale e per la recita del 24 maggio, mentre Astrid Kessler salirà sul palco per le altre date. Tommi Hakala sarà il profeta Jochanaan, Charles Workman interpreterà Erode, mentre Anna Maria Chiuri vestirà i panni della feroce Erodiade. Completano il cast Ewandro Stenzowski (Narraboth), Michela Guarrera (Paggio) ed un ensemble vocale d’eccellenza impegnato in una partitura di altissima tensione drammatica.
L’opera si colloca tra i massimi esiti del teatro musicale novecentesco, capace di scardinare i codici della narrazione romantica per affondare nei meandri della psiche umana. Punto cardine dello spettacolo è rappresentato dalla danza dei sette veli, momento iconico e dirompente, nodo centrale della drammaturgia, un gesto estremo con cui Salome reclama il diritto al desiderio e alla punizione, fino al bacio finale sulla testa mozzata di Jochanaan, in un climax tragico che unisce eros e thanatos.
Un’occasione di approfondimento: “Ti racconto l’opera”
A corredo della produzione, il 21 maggio alle 17.30 nella Sala Onu del teatro, si terrà l’incontro “Ti racconto l’opera“, condotto dalla drammaturga Beatrice Monroy con gli attori Gigi Borruso e Consuelo Lupo. Un’occasione preziosa per esplorare struttura e significati del libretto, rendendo più accessibile la complessità del testo e dei temi trattati.
Calendario repliche
L’opera andrà in scena martedì 20 maggio alle 20, giovedì 22 e sabato 24 maggio alle 18.30, domenica 25 maggio alle 17.30 e martedì 27 maggio alle 18.30.