PALERMO – Una lettera scritta a mano, contenente minacce di morte, è stata recapitata all’abitazione del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a Palermo. La missiva, ritrovata dalla scorta, contiene un messaggio diretto e inquietante: “Brucerai nei tuoi bruciatori”, in riferimento ai due termovalorizzatori che la Giunta regionale intende realizzare per fronteggiare la crisi dei rifiuti in Sicilia.
A questa intimidazione se ne è aggiunta un’altra più recente: una telefonata anonima, giunta a un’utenza della segreteria di Palazzo d’Orléans, nella quale una voce camuffata ha minacciato Schifani e la sua famiglia con queste parole: “Il crack è sofferenza alla tua famiglia Schifani”. La frase fa riferimento alla legge anti-crack, approvata nei mesi scorsi e voluta fortemente dal governo regionale.
Sui due episodi indaga la procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia. Le attività investigative sono affidate alla Digos. Dal presidente della Regione è arrivato un unico, laconico commento: “No comment”. Schifani ha aggiunto di voler proseguire il proprio lavoro “in piena serenità”.
Solidarietà e condanna unanime dal mondo politico
Il senatore Nino Germanà, segretario regionale della Lega, ha definito le minacce “gravissime” e ha espresso soddisfazione per l’immediato avvio delle indagini da parte della procura. “Al governo della Sicilia, con Schifani stiamo facendo un immane lavoro: conti in ordine, crescita del Pil, attenzione altissima sulla lotta al crack e impulso decisivo ai termovalorizzatori – ha dichiarato –. Il presidente sappia che può contare sempre sul nostro supporto e siamo certi che continuerà con l’impegno di sempre e a testa alta”.
Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia, ha parlato di “vili e ignobili minacce” e ha ringraziato il presidente per “l’impegno, la tenacia, la fermezza e la perseveranza” dimostrati nell’azione di governo, ribadendo il pieno sostegno della maggioranza.
Anche il capogruppo della Lega all’Ars, Salvo Geraci, ha espresso solidarietà al presidente della Regione: “Il lavoro che sta facendo per riscattare la Sicilia non verrà fermato da criminalità e atti vili. Sui termovalorizzatori e contro lo spaccio di droga l’impegno è forte e deciso”.
Dal gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, il presidente Stefano Pellegrino ha condannato “con fermezza” le minacce, evidenziando che “nessun dissenso politico può giustificare atti di tale violenza, che colpiscono anche la sfera personale”. Ha inoltre ribadito che “nulla potrà influenzare le scelte del presidente”.
Anche il movimento Sud chiama Nord ha preso posizione, condannando duramente l’accaduto: “Esprimiamo la nostra piena solidarietà al presidente Renato Schifani. Le minacce ricevute sono gravi e inaccettabili. Nessuno dovrebbe subire intimidazioni per le proprie scelte politiche, né tantomeno vedere coinvolta la propria famiglia”. In una nota, il movimento ha aggiunto: “Condanniamo senza esitazione ogni forma di violenza o tentativo di creare un clima di paura. La politica deve restare uno spazio di confronto, anche duro, ma mai di odio. Siamo certi che le autorità faranno piena luce su quanto accaduto. Al presidente Schifani va la nostra vicinanza personale e istituzionale”.
Barbagallo: “Solidarietà al presidente della Regione Siciliana per le minacce subite”
Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, ha espresso “solidarietà al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, per le minacce ricevute, così come riportato dagli organi di stampa”.
Un clima di tensione attorno a due scelte simboliche
Le intimidazioni, arrivate in rapida successione, sembrano colpire direttamente due tra le decisioni più simboliche dell’esecutivo siciliano: la realizzazione dei termovalorizzatori, ritenuti strategici per superare l’emergenza rifiuti, e la legge anti-crack, pensata per contrastare la diffusione di questa droga devastante tra i giovani. Minacce che mirano non solo a fermare l’azione amministrativa, ma anche a colpire sul piano umano chi la guida.
Il caso è ora nelle mani della magistratura, con l’auspicio condiviso da tutti gli attori istituzionali che si possa fare piena luce su autori, matrice e obiettivi di queste gravi azioni.