MESSINA – La città dello stretto si posiziona agli ultimi posti in Italia per qualità della vita, con dati allarmanti che fotografano una realtà difficile: 92ª per i bambini, 84ª per i giovani e addirittura 103ª per gli anziani, secondo il recente report nazionale sulla vivibilità dei territori. Una classifica impietosa che il segretario provinciale del Partito democratico, Armando Hyerace, definisce senza mezzi termini “un triplete amaro che nessuno vorrebbe mai vincere”.
“Questo risultato – sottolinea Hyerace – certifica il fallimento di politiche che da anni ignorano i bisogni reali delle persone. Finché non si capirà che il benessere economico e sociale di una comunità passa necessariamente dalla salute dei suoi cittadini, non potremo mai invertire la rotta. Come sostiene l’Oms, un cittadino sano vive in una città sana. Ma oggi, purtroppo, Messina non può dirsi tale”.
Nel mirino del segretario dem anche la mancata sinergia tra i comuni dell’area metropolitana, che restano – secondo Hyerace – troppo spesso “diversi e scollegati tra loro”, incapaci di costruire una rete territoriale efficace: “Solo attraverso una vera coesione tra le diverse realtà locali potremo affrontare le sfide comuni, valorizzando i punti di forza di ciascuno e affrontando insieme le criticità diffuse”.
Sul fronte del capoluogo, il quadro che emerge è altrettanto desolante: servizi carenti, fuga dei giovani, isolamento degli anziani e un’immagine pubblica lontana dalla realtà quotidiana. “Mentre si continua a puntare sulla vetrina, i problemi strutturali restano. Ci raccontano che tutto va bene, che siamo un modello. Ma il vero modello che vediamo è quello di una città e di una provincia sempre più svuotata, diseguale e scollegata dai bisogni della sua gente”, afferma Hyerace.
Di fronte a questo scenario, il Partito Democratico lancia una proposta concreta: la costruzione di un Piano strategico per il benessere equo e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, fondato sul concetto di “Salute Urbana”. Un percorso che prevede il coinvolgimento attivo di istituzioni, società civile, enti locali e cittadini, per restituire centralità alla qualità della vita, all’inclusione e alla salute pubblica, intesa nel senso più ampio del termine.
“È tempo di smettere con slogan e passerelle — conclude Hyerace — e cominciare finalmente a lavorare su politiche concrete, in grado di migliorare davvero la vita delle persone”.