MESSINA – Matteo Salvini torna in riva allo Stretto per rilanciare, a un anno di distanza, il progetto simbolo del suo mandato alle Infrastrutture: il Ponte che dovrebbe unire stabilmente Sicilia e Calabria. Ma questa volta lo fa con un’aggiunta: parte da qui il suo tour istituzionale all’insegna della legalità e della lotta alla criminalità organizzata.
Giovedì 29 maggio, il vicepresidente del Consiglio sarà a Messina per un vertice in Prefettura, convocato con l’obiettivo di fare il punto sulla realizzazione dell’opera e, soprattutto, sul sistema di controlli per prevenire infiltrazioni mafiose e garantire la sicurezza dei lavoratori. Un tema tornato di stringente attualità dopo il recente scontro istituzionale tra governo e Quirinale sulle tutele nei cantieri.
“Il Ponte sullo Stretto non sarà solo un’opera ingegneristica senza precedenti in Europa – ha spiegato Salvini – ma anche un esempio di rigore, trasparenza e rispetto delle regole. Nessuna zona grigia sarà tollerata. Lo Stato sarà presente con tutte le sue forze”.
Il giorno successivo, venerdì 30 maggio, Salvini si sposterà a Reggio Calabria per la seconda tappa del tour. Anche qui è previsto un incontro con le autorità locali e un punto stampa nella sede della Prefettura.
Il viaggio istituzionale del vicepremier arriva in un momento cruciale per l’opera: entro giugno è attesa la pronuncia definitiva del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) sul progetto esecutivo. Se il parere sarà positivo, i cantieri potranno partire già durante l’estate, come auspicato dal Mit.
Parallelamente, Salvini è impegnato anche sulla conversione del nuovo Decreto Infrastrutture, che introduce modifiche sulla governance dei porti e sulle concessioni autostradali. “Accoglieremo suggerimenti utili – ha detto – per migliorare ulteriormente i testi, sempre nell’interesse dei cittadini, con particolare attenzione alla sicurezza e alla riduzione dei pedaggi”.
Da Messina parte dunque non solo un appello alla coesione istituzionale su un’opera contestata, ma anche un messaggio politico forte: infrastrutture e legalità devono andare di pari passo, soprattutto in territori dove la criminalità organizzata ha storicamente cercato di approfittare dei grandi flussi economici legati agli appalti pubblici.
Il Ponte resta il nodo strategico per il Sud, e Salvini ne fa il terreno per ribadire che non ci sarà alcun passo indietro. “Chi pensa di rallentare quest’opera – ha concluso – si troverà davanti uno Stato unito, determinato e vigile”.