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Messina, riabilitazione cardiologica su misura al Policlinico: nasce un nuovo modello pubblico integrato

INTERVISTE Presentato il servizio dell’Azienda ospedaliera universitaria: sei posti letto, palestra attrezzata e un team multidisciplinare. In sinergia con l’Irccs Bonino-Pulejo

MESSINA – Curare il cuore non finisce con la dimissione. A Messina il Policlinico G. Martino ha avviato un servizio innovativo di riabilitazione cardiologica, pensato per garantire un percorso continuo e completo a chi ha subito un evento cardiaco acuto. Il nuovo modello organizzativo, presentato questa mattina, unisce prossimità, multidisciplinarità e pubblico servizio. Il paziente potrà proseguire la riabilitazione senza lasciare la struttura ospedaliera, accedendo a sei posti letto dedicati e a una palestra attrezzata adiacente alla Cardiologia.

All’interno dell’area, sono disponibili quattro ciclette, due tapis roulant e la strumentazione per il test cardiopolmonare. La riabilitazione parte fin da subito, nei casi più complessi già a ridosso del ricovero in Cardiologia o nell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica (Utic), permettendo un recupero più rapido e sicuro. La novità è anche nella composizione del team. Il paziente sarà seguito da cardiologi, fisioterapisti, psicologi e nutrizionisti. Un approccio integrato che punta su una presa in carico costruita intorno alla persona.

“È un servizio che favorisce una gestione assistenziale personalizzata – ha dichiarato la rettrice dell’Università di Messina, prof.ssa Giovanna Spatari –. La possibilità di lavorare a stretto contatto con altri professionisti, in un percorso condiviso, rappresenta anche un’opportunità formativa importante per i nostri medici in formazione. Sono certa che questa integrazione porterà benefici concreti sul piano clinico e culturale”.

Il progetto nasce da una convenzione interaziendale con l’Irccs Bonino Pulejo, che mette a disposizione per questa fase di start up l’esperienza dei propri fisioterapisti. Un contributo importante, già rodato in passato presso l’ospedale Piemonte.

“Abbiamo strutturato un modello – ha spiegato il direttore generale del Policlinico, Giorgio Giulio Santonocito – per garantire un flusso unico nella presa in carico dei pazienti più critici . L’obiettivo è offrire continuità clinico-assistenziale e sviluppare al massimo le potenzialità della medicina riabilitativa. In linea con le indicazioni regionali, valorizziamo la fisioterapia e puntiamo su una cooperazione concreta tra aziende. Ringrazio l’Irccs per la generosa disponibilità”.

La prospettiva è ampia: si guarda già oltre la cardiologia. “Monitoreremo l’impatto di questo modello – ha aggiunto Santonocito – e lo estenderemo anche ad altri contesti clinici complessi, come la pneumologia e la stroke unit, dove il ruolo della riabilitazione è altrettanto cruciale”.

Soddisfazione anche da parte dell’Irccs Bonino Pulejo. “La Direzione strategica e i professionisti dell’Unità di Cardiologia – ha affermato il direttore generale Maurizio Lanza – sono orgogliosi di poter supportare questa iniziativa. I nostri fisioterapisti vantano competenze solide e anni di esperienza in questo settore. L’intero territorio trarrà vantaggio dalla collaborazione tra due eccellenze pubbliche. Continueremo a lavorare in sinergia con il Policlinico per innalzare la qualità dell’assistenza nella provincia”.

L’importanza del nuovo servizio è evidente anche sul piano clinico. “Con questo modello – ha spiegato il direttore dell’Utic, prof. Gianluca Di Bella – garantiamo al paziente un continuum clinico-gestionale. Subito dopo la fase acuta, può accedere a un trattamento riabilitativo specialistico che mira a restituirgli le condizioni psico-fisiche precedenti all’evento cardiologico. È un passaggio fondamentale per ridurre i rischi di ricadute e migliorare la qualità della vita”.

Un modello che si basa su sinergie reali e che punta all’eccellenza nella gestione dei casi più complessi. “Riteniamo che questo servizio – ha sottolineato Daniele Bruschetta, direttore dell’Uoc (Unità operativa complessa) di Medicina fisica e riabilitativa – possa davvero rappresentare un valore aggiunto per i pazienti. La collaborazione tra professionisti di ambiti diversi consente di costruire percorsi efficaci, personalizzati e incisivi sulla prognosi. È questo che può fare la differenza nel recupero funzionale”.