TAORMINA – Si è aperta sotto il segno dell’Europa la prima giornata del Taobuk – Taormina International Book Festival, che quest’anno celebra la sua quindicesima edizione con il tema “Confini”. Un filo rosso che ha attraversato il programma inaugurale del 19 giugno, tra riflessioni istituzionali, dibattiti politici e appuntamenti letterari, facendo di Taormina, ancora una volta, un crocevia di idee, culture e visioni per il futuro del Vecchio Continente.
L’Europa riparte da Taormina: la riunione ministeriale guidata da Tajani
Ad inaugurare la mattinata, la solenne riunione ministeriale presieduta da Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, nella storica cornice del San Domenico Palace Hotel di Taormina. Al centro dei lavori, l’impegno dell’Unione Europea verso un’integrazione più profonda, un ampliamento strategico ed una coesione rafforzata, temi resi ancora più urgenti dal mutato contesto geopolitico globale.
Mediterraneo allargato: equilibrio geopolitico e sfide globali
Nel pomeriggio, la sala del San Domenico Palace ha ospitato il panel dedicato al “Mediterraneo Allargato”, moderato da Elvira Terranova, con la partecipazione di autorevoli relatori come Marco Minniti, Maurizio Molinari, Stefano Sannino e l’onorevole Salvatore De Meo. Il dibattito ha messo in luce il ruolo strategico del Mediterraneo, che pur occupando solo l’1% delle acque mondiali, resta snodo fondamentale per traffici energetici e commerciali tra Europa, Asia e Africa. I relatori hanno evidenziato il ritiro progressivo degli Stati Uniti e l’attivismo crescente di Russia, Cina e Turchia, a discapito di un Unione Europea che appare frenata da divisioni interne e rigidità burocratiche, manifestando la necessità di un approccio integrato che unisca sicurezza, sviluppo sostenibile e cooperazione. Tra le proposte analizzate, il Piano Mattei ed il corridoio Imec, strumenti che mirano a rafforzare il ruolo dell’Italia e dell’Europa. A testimonianza di un cambio di rotta, la direzione generale dedicata al Mediterraneo di Ursula von der Leyen.
“Una difesa per l’Europa o l’Europa indifesa?”
Tra i temi centrali affrontati nella giornata, ampio spazio è stato dedicato alla difesa europea, con il panel “Una difesa per l’Europa o l’Europa indifesa?” a Palazzo Corvaja, dove Vincenzo Camporini, Sylvie Goulard, Luigi Gianniti, Brando Benifei e Stefano Pontecorvo e Brando Benifei hanno evidenziato i nodi critici e le opportunità legate all’autonomia strategica dell’Ue. Al centro del confronto, la svolta impressa dagli Stati Uniti di non voler più ricoprire il ruolo di garante primario della sicurezza europea, con la spinta del presidente Donald Trump verso un cambiamento sistemico dell’ordine mondiale, che propone un assetto internazionale basato sulle grandi potenze degli Stati Uniti, della Russia e della Cina, marginalizzando il ruolo dell’Unione Europea come attore globale indipendente.
In questo scenario, i relatori hanno evidenziato l’urgenza di rafforzare la capacità difensiva dell’Europa, con investimenti superiori al 2% del Pil, un miglioramento delle difese aeree, la creazione di sistemi militari integrati tra gli stati membri ed il riconoscimento del deterrente nucleare francese come elemento chiave. Il piano europeo da 800 miliardi rappresenta un primo passo in questa direzione, con la Germania che ha già manifestato l’intenzione di contribuire in maniera significativa. Fondamentale sarà anche lo sviluppo di un’industria europea autonoma nel settore della difesa, che possa affiancarsi alla Nato ma al tempo stesso rafforzare la sovranità strategica dell’Unione.
Sguardi sul mondo: Sikorski, Fontana e le nuove geometrie globali
Significativa anche la conversazione a Palazzo Corvaja tra Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri della Polonia e presidente di turno del Consiglio Ue e Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, introdotta da Paolo Valentino. A fronte del possibile cambiamento di scenario politico in Polonia, Sikorski ha riaffermato il sostegno a Kiev e la necessità di accelerare sul fronte dell’integrazione.
L’incontro ha offerto un’analisi approfondita del ruolo esercitato dalla Polonia nel semestre di presidenza del consiglio dell’Unione Europea, ormai giunto al termine, durante cui Varsavia si è distinta come una delle voci più ferme nella condanna della Russia e nel sostegno attivo all’Ucraina, promuovendo con forza il tema di una difesa europea comune. Tuttavia, l’esito delle elezioni presidenziali polacche del 1° giugno potrebbe ridefinire gli equilibri interni e incidere sulla continuità di questa linea politica. Il confronto ha permesso di riflettere sui risultati conseguiti, sulle prospettive future della politica estera polacca e sull’impatto delle dinamiche interne sul progetto europeo.
Ucraina, Balcani e oltre: il futuro dell’allargamento dell’Unione Europea
A fornire un’ulteriore prospettiva nell’ambito dei confini europei è stato il panel “I Padri Fondatori: dall’Ucraina ai Balcani occidentali, quale allargamento?”, evidenziando come l’Unione Europea abbia progressivamente superato il criterio geografico, abbracciando valori condivisi come fondamento dell’integrazione. Al centro del dibattito, l’adesione di Ucraina, Moldavia, Georgia e dei Paesi dei Balcani occidentali, mentre il dialogo con la Turchia resta sospeso e privo di reali prospettive. L’invasione russa dell’Ucraina ha accelerato la riflessione sull’ingresso di Kiev nell’Unione, pur evidenziando ostacoli strutturali e politici. I relatori Massimo Itto, Nicola Verola, Gianfranco dell’Alba, Angelino Solferino, Antonio Spadaro e Francesca Longo, hanno sottolineato la necessità di una riforma interna dell’Ue, che includa l’estensione del voto a maggioranza qualificata e il rafforzamento della sicurezza collettiva, in particolare sul fronte orientale, per contrastare l’influenza russa e rendere sostenibile una futura espansione.
I confini dell’identità, della bellezza e del sapere
Parallelamente, il programma ha offerto numerosi percorsi tematici sul concetto di confine in chiave culturale, filosofica e letteraria.
Nell’ambito tematico “in assenza di gravità”, Emanuele Coco, professore associato di storia della filosofia presso l’università di Catania ha presentato il volume “Elogio della condizione ibrida”, una riflessione sul valore dell’ibridazione come motore evolutivo, in dialogo con Andrea Giuseppe Cerra. Incrociando filosofia, scienze naturali, letteratura e storia delle idee, Coco mostra come l’incontro tra differenze non sia un’anomalia da correggere, ma una forza generativa che dà origine alla creatività, al cambiamento e all’adattamento. L’ibrido è dunque ciò che sfida la rigidità delle classificazioni, offrendo nuove prospettive di lettura del mondo.
Tra confini e modernità
Sposando la tematica “limes è limite” il panel “Tra confini e modernità” moderato da Lina Scalisi, ha ospitato Silvia Maria Martini, autrice del volume “Reti d’Europa. Margherita d’Austria tra confini e modernità”, ritratto di una delle donne più influenti del Rinascimento europeo. Affrontando le modalità tramite cui la donna sia stata capace di attraversare con consapevolezza e intelligenza i confini del potere, del genere, della cultura politica e dell’identità dinastica, la sua la sua esperienza esistenziale e politica si è rivelata esempio di modernità anticipata, capace di sfidare e ridefinire i limiti imposti dal contesto storico.
Generazione ribelle
A ridefinire i confini imposti dalla società riguardanti i canoni estetici della bellezza femminile, il panel “Generazione ribelle” con Salvo Filetti, Shara Pirrotti, Viviana Santanello e Vittoria Lombardo. L’incontro, appartenente alla tematica “sconfinamenti” ha rappresentato un viaggio attraverso le barriere culturali e gli stereotipi di genere, ridefinendo il concetto di la bellezza come forza interiore, autentica e plurale. Gli interventi di artisti, esperti e attivisti hanno sollecitato una riflessione sulla necessità di abbattere la distanza tra corpo e anima, apparenza e sostanza, restituendo alla bellezza il suo valore originario, non più strumento di oppressione, ma simbolo di libertà, espressione dell’unicità e dell’autodeterminazione femminile.
Le lezioni americane e i confini tra umanità e tecnologia. Leggerezza
Ispirandosi alla celebre lezione sulla Leggerezza di Italo Calvino, il panel “Le lezioni americane e i confini tra umanità e tecnologia”, curato da Massimo Sideri, ha riunito le voci autorevoli di Maria Chiara Carrozza, Giovanni Allevi, Christian Greco, Francesco Profumo, Evelina Christillin, Fabio Rossi e Oreste Pollicino, offrendo una riflessione ad ampio raggio sull’intelligenza artificiale, sulla scrittura e sui confini sempre più sfumati tra l’umano e il digitale.
Tra geopolitica, memoria e narrazione
A completare il programma, una serie di panel ed incontri ha ulteriormente arricchito la riflessione sui confini, nelle loro molteplici declinazioni simboliche, storiche e culturali.
Con “Geografia del mondo e mappe interiori”, Antonio Spadaro ha conversato insieme a Franco La Cecla e Piero Zanini sul valore immaginifico e letterario degli stretti marini, da Gibilterra a Messina, esplorando il legame profondo tra geografia, identità e migrazioni. Ha invece offerto un raro affondo sulla dimensione etica del potere economico il libro “Il capitalista riluttante” di Francesco Micheli, approfondito con Giuseppe Bianca, mentre Angela Villani ha moderato l’incontro “Le visioni dei Padri dell’Europa” con gli interventi di Daniela Preda, Eric Bussière, Ernesto Galli della Loggia e Antonio Varsori, riflettendo sul lascito della Conferenza di Messina del 1955.
A concludere la prima giornata di eventi, l’incontro con Emanuele Trevi moderato da Anna Mallamo, un viaggio esplorativo sul potere della scrittura come confine sottile tra esistenza e invenzione, attraverso i libri “Due vite” e “La casa del mago”.
Una prima giornata densa di contenuti, che ha unito diplomazia, alta cultura e riflessione civile.
Taobuk 2025 parte così nel segno dell’approfondimento, offrendo una piattaforma di dialogo aperta sul mondo e sulla sua trasformazione, con la consapevolezza che ogni confine è un’occasione di incontro. Domani il programma continua, tra letteratura e premi internazionali, verso nuove rotte del pensiero.