TAORMINA – Si discuterà domani all’Assemblea regionale siciliana il futuro del Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina. La Commissione Sanità dell’Ars ha convocato in audizione i rappresentanti del Comitato dei genitori, che da settimane portano avanti una mobilitazione pacifica ma determinata per chiedere una sola cosa: che il Ccpm resti dov’è, all’interno dell’ospedale San Vincenzo.
L’incontro arriva in un momento cruciale, mentre sul territorio cresce la pressione sociale e mediatica. Questa mattina, ai microfoni di Radio Taormina Tv, è intervenuto Salvatore Primavera, tra i promotori del Comitato. Intervistato da Carmelo Caspanello nel corso della trasmissione TaoMattina Live, Primavera ha ribadito le ragioni della protesta: “Non ci interessa dove va la politica, a noi importa solo che il Centro rimanga qui. I nostri figli hanno diritto a continuare a curarsi in un luogo che per loro è casa, che conoscono e che ha salvato loro la vita”.
Il presidio davanti all’ospedale San Vincenzo continua ininterrottamente da giorni. Le famiglie restano accampate all’esterno del nosocomio, in attesa di un segnale concreto dalle istituzioni. Il conto alla rovescia è già iniziato: il 31 luglio scadrà la proroga ministeriale, e al momento non sono giunte comunicazioni ufficiali circa la futura collocazione del Centro. L’ipotesi di un trasferimento a Messina o, peggio, di una chiusura definitiva, alimenta timori e angosce. “Ci sentiamo invisibili – ha detto ancora Primavera –. Ma continueremo a farci sentire con dignità, senza urlare ma senza arretrare”.
Il corteo silenzioso: cuori spezzati e passi uniti
Nel pomeriggio di ieri, un lungo corteo silenzioso ha attraversato il centro storico di Taormina, da porta Messina a porta Catania. In testa allo striscione “Il Ccpm è casa nostra”, c’erano proprio loro: i bambini del reparto di cardiochirurgia pediatrica. Tanti piccoli pazienti, accompagnati dai genitori, hanno sfilato stringendo tra le mani cuori spezzati di carta. Simboli fragili ma potentissimi, che hanno commosso l’intera comunità.
La manifestazione, partecipata ma composta, si inserisce nel solco della mobilitazione in corso e punta a rafforzare l’attenzione dell’opinione pubblica. Nel frattempo, la petizione online promossa dal Comitato ha superato le 77mila firme, con l’obiettivo di raggiungere quota 100mila per consegnarla direttamente in Parlamento.
Un’iniziativa che dimostra quanto il Centro non sia solo un reparto ospedaliero, ma un presidio di eccellenza e umanità al servizio dell’intero Sud Italia. Una realtà che, paradossalmente, mentre a Taormina si protesta, si distingue all’estero per il proprio impegno solidale. L’equipe guidata dal dottor Sasha Agati è infatti appena rientrata dal Camerun, dove ha operato gratuitamente venti bambini cardiopatici nell’ambito del progetto “Cuori Ribelli”, promosso con l’Asp di Messina e l’associazione “Una Voce per Padre Pio”.
La posta in gioco: il tempo, non solo le strutture
Domani sarà una giornata chiave. I genitori varcheranno le porte dell’Ars con un dossier pieno di numeri, storie e speranze. Chiedono che il Centro resti a Taormina, dove ha già strutture, personale specializzato e un vissuto insostituibile per centinaia di famiglie. Chiedono, soprattutto, di non perdere tempo. Perché il tempo, per i bambini del Ccpm, non è mai una variabile negoziabile.