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Il libro in vetrina racconta la Napoli sospesa tra ombre e verità nel giallo “Se tu non ridi più” di Barbara Perna

VIDEO. Un’indagine privata tra omertà e memorie, in cui contraddizioni fanno da cornice ad una storia di verità negate e coraggio femminile

Un delitto irrisolto, una città nobile ma piena di contraddizioni, una protagonista che non cerca la giustizia ma ne viene travolta. È un intreccio di mistero, dolore e memoria quello che costruisce Barbara Perna nel suo ultimo romanzo “Se tu non ridi più”, ambientato in una Napoli aristocratica, elegante e silenziosamente tormentata. Un giallo raffinato, dove l’indagine si intreccia con la vita interiore di una donna ferita e dove l’ambientazione non fa da semplice sfondo, ma diventa personaggio attivo.

Nella nuova puntata de Il libro in vetrina, la rubrica settimanale di RadioTaormina Tv curata con Fabio Raspa e Cartolibrando, il romanzo di Perna si impone per la capacità di coniugare struttura narrativa e tensione etica, toccando con sensibilità i temi della giustizia, della condizione femminile e del peso del passato.

Lia, un’eroina vera tra fragilità e determinazione

Protagonista del romanzo è Lia, un ex avvocato che, in seguito ad un evento traumatico, ha scelto di abbandonare la professione forense per rifugiarsi nella tranquillità dell’insegnamento universitario. La sua è una ritirata silenziosa, un’esistenza scandita da lezioni e riflessioni solitarie, dove il passato viene tenuto a distanza, fino al giorno in cui non torna a farsi vivo tramite una richiesta di aiuto. A bussare alla sua porta è Cetta, pittrice eccentrica e amica di lunga data, figlia di una principessa dell’aristocrazia napoletana, che le chiede aiuto per fare luce su un caso inquietante: il ritrovamento del corpo senza vita di una donna in un parco cittadino. Un delitto circondato da zone d’ombra, dove dietro l’apparente compostezza borghese si nascondono omertà, ipocrisie ed interessi che nessuno vuole davvero svelare.

Lia, inizialmente riluttante, si lascia poi coinvolgere e accetta di indagare, affiancata da Picchio Malatesta, un tassista con un passato da investigatore privato. Un uomo spigoloso ma dotato di rara ironia ed intuizione, che insieme alla protagonista, forma una coppia atipica, lontana dagli stereotipi del genere, ma efficace proprio perché umana, imperfetta e sincera.

Un giallo che scava nei legami, non solo nei delitti

Barbara Perna, con la sua prosa limpida ed al tempo stesso incisiva, costruisce una narrazione stratificata, in cui la trama gialla si fonde con la riflessione sociale. Il romanzo non si accontenta di condurre il lettore verso la soluzione del mistero, ma solleva interrogativi profondi: quanto siamo disposti a chiudere gli occhi davanti all’ingiustizia? Quanto pesa il silenzio quando diventa connivenza?

Il libro esplora il dolore sommerso, quello che si annida nei ricordi, nelle omissioni e nei rapporti spezzati. Cuore del romanzo, le donne, non solo vittime, ma testimoni e protagoniste, capaci di lottare anche quando nessuno le ascolta, anche quando devono difendersi due volte dai colpevoli e da chi fa finta di non vedere.

Napoli, tra aristocrazia e segreti

La città Napoli, nel romanzo, non detiene mai un ruolo scenografico, ma diventa personaggio attivo, vivo, reale e pulsante, influenzando e determinando gli eventi. Non la classica città da cartolina, colorata e folkloristica quella descritta, ma una Napoli nobile e borghese, fatta di ville affacciate sul mare, salotti raffinati e famiglie dai cognomi altisonanti, dietro cui si celano trame oscure, ipocrisie familiari, convenzioni sociali dure a morire.

Una Napoli che sa essere splendida e crudele, luminosa e ambigua. Perna ne offre un ritratto elegante ma impietoso, in cui la bellezza esteriore si accompagna a una realtà piena di disillusione. Un affresco che ricorda quanto spesso le verità più difficili siano proprio quelle che tutti fingono di non vedere.

Un romanzo che resta

L’autrice costruisce una storia che si legge d’un fiato e che rimane addosso. Lia è una protagonista che difficilmente si tente a scordare, dotata di grande umanità. Con la sua fragilità lucida e la sua caparbietà silenziosa, il suo è un personaggio che tende a restare nel cuore del lettore, perché incarna il bisogno di capire, la lotta contro l’indifferenza e la scelta di non arrendersi al silenzio comodo dell’omertà.

E così, dietro l’apparenza di un giallo ben costruito, si svela un’opera che riesce ad andare oltre i canoni del genere: un racconto che interroga la coscienza, che indaga le zone d’ombra della società e che invita a non chiudere gli occhi davanti all’ingiustizia.