TAORMINA – Una mattinata densa di emozioni e riflessioni ha segnato la conclusione dell’itinerario pastorale di mons. Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina, che ha scelto di dedicare gli ultimi appuntamenti al dialogo con il territorio e alle realtà più delicate della comunità. Accompagnato dal cappellano dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, padre Fabio Berbiglia, dal parroco di Taormina, mons. Carmelo Lupò e dal presidente del Consiglio comunale, Pinuccio Composto, mons. Accolla ha visitato il presidio ospedaliero e il reparto di Cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo del Bambino Gesù, dove ha incontrato pazienti, medici e operatori sanitari.
Un incontro con il dolore e la speranza
Durante la visita, l’arcivescovo si è soffermato a lungo con il primario Sasha Agati, con i piccoli pazienti e le loro famiglie, lasciandosi coinvolgere dal loro dolore, ma anche dalla forza e dalla speranza che animano il reparto. “Bisogna rendere grazie a Dio e a tutti i professionisti che, oltre alla loro straordinaria competenza, dimostrano una statura di umanità fuori dal comune – ha dichiarato mons. Accolla –. Dinanzi alle difficoltà che sentiamo da tempo, il mondo politico deve interrogarsi per creare nuove strutture, non per chiudere quelle che funzionano bene. Non possiamo sequestrare la speranza dal cuore di tante famiglie né la vita a tanti bambini”.
Le parole dell’arcivescovo sono risuonate come un appello a valorizzare realtà virtuose come quella del reparto di Cardiochirurgia pediatrica, che rappresenta un’eccellenza non solo per la Sicilia ma per tutto il Meridione, purtroppo messo in discussione da dinamiche politiche e amministrative. “Quando una struttura funziona, bisogna sottolinearne i pregi e non penalizzarla – ha sottolineato –. Serve capillarità e tempestività nei servizi, non solo per rispondere ai bisogni, ma anche per creare economie di scala che rendano più efficiente la gestione”.
Una scuola di umanità nel reparto pediatrico
Mons. Accolla ha condiviso l’impressione avuta durante l’incontro con le famiglie: “Ho trovato persone nel dolore, ma con il cuore pieno di speranza. I genitori di questi bambini sono una scuola di vita. Sono il Vangelo vivente, un esempio anche per me, che ogni giorno cerco di leggere e spiegare il Vangelo”.
Un nuovo inizio per la pastorale a Taormina
Dopo la visita in ospedale, l’arcivescovo si è recato nelle scuole di Castelmola e Giardini Naxos, dove ha dialogato con studenti e docenti sull’importanza dell’educazione come strumento di crescita e coesione sociale. “La formazione è uno dei pilastri della società – ha spiegato –. È fondamentale creare spazi dove i giovani possano sentirsi accolti e valorizzati”.
Con la conclusione della visita pastorale, mons. Accolla ha tracciato un bilancio del percorso intrapreso, soffermandosi sul ruolo delle parrocchie come centri di aggregazione e comunione: “Ho trovato un presbiterio che sa lavorare insieme, con sacerdoti che testimoniano il Vangelo con fedeltà e dedizione. Tuttavia, il lavoro non finisce qui. Oggi si chiude la presenza del vescovo, ma si apre una nuova fase di coinvolgimento e impegno. Viviamo un tempo in cui l’uomo, davanti alla diffidenza e all’individualismo, sente sempre più il bisogno di condividere e di lavorare insieme. La Chiesa deve essere capace di raccogliere queste esigenze e mettere insieme le risorse umane e spirituali di un territorio ricco di potenzialità”.
Un messaggio per il futuro
Nel suo intervento finale, l’arcivescovo ha rivolto un messaggio di speranza e responsabilità a tutta la comunità: “La visita pastorale non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Il passaggio del vescovo non deve essere visto come una chiusura, ma come l’inizio di un impegno condiviso. In un tempo in cui la sfiducia sembra prevalere, il nostro compito è costruire relazioni autentiche, dove si possano unire cuori, risorse e speranze”.
La visita di mons. Accolla a Taormina ha lasciato un segno tangibile non solo tra i fedeli, ma in tutta la comunità. Un invito a non fermarsi davanti alle difficoltà, ma a lavorare per un futuro che sappia mettere al centro il valore umano e spirituale di ogni persona.