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Taormina. Frana evitata, il complesso intervento del Consorzio Messina-Catania guidato da Webuild

Demoliti a Monte Ziretto oltre 8mila tonnellate di roccia calcarea in un’operazione chirurgica. Sicurezza, precisione e coordinamento nel cuore del cantiere del raddoppio ferroviario Messina-Catania

TAORMINA – Un fronte instabile da oltre 8.200 tonnellate è stato demolito con esplosivo in modo controllato, preciso e sicuro. L’intervento di bonifica del costone roccioso sul versante meridionale del monte Ziretto, nel territorio di Taormina, ha rappresentato un banco di prova tecnico e organizzativo superato con successo dal Consorzio Messina-Catania guidato da Webuild, con il coordinamento di Italferr (Gruppo FS Italiane).

L’operazione rientra nelle attività per la realizzazione del raddoppio ferroviario ad alta capacità Messina-Catania, nella tratta Fiumefreddo-Taormina. Non un cantiere qualunque, ma uno dei nodi infrastrutturali più sensibili della Sicilia orientale, dove la convivenza tra ambiente fragile, contesto urbano e opere ad alta tecnologia impone standard operativi elevatissimi.

Un’operazione ad alta precisione ingegneristica

I due blocchi rocciosi da demolire, posizionati a circa 160 metri sul livello del mare, erano di formazione geologica calcarea. Avevano un volume complessivo di circa 3.050 metri cubi. Il loro stato di instabilità, monitorato da tempo, ha reso inevitabile l’intervento, eseguito con cariche esplosive calibrate per agire in modo progressivo e controllato.

Il brillamento è avvenuto “un foro alla volta”, una tecnica adottata per minimizzare la carica istantanea e limitare così le vibrazioni trasmesse al terreno e agli edifici vicini. Un approccio che ha permesso di combinare efficacia tecnica e protezione del territorio, evitando danni collaterali e tutelando la sicurezza pubblica.

Il ruolo del Consorzio e il coordinamento con la Protezione civile

Alla guida delle operazioni sul campo, il Consorzio Messina-Catania, che ha curato la pianificazione tecnica e logistica, predisponendo nei dettagli ogni fase, dai rilievi preliminari fino alla gestione dei materiali in quota. Decisivo anche il ruolo della Protezione civile regionale, con il Commissario Salvo Cocina al vertice operativo dell’intervento.

Il Centro Operativo Avanzato (Coa), realizzato dal Consorzio nel parcheggio Lumbi, è stato la cabina di regia dell’intera azione: ha coordinato le imprese coinvolte, gestito il sistema di monitoraggio sismico e assicurato un’interfaccia diretta con istituzioni e forze dell’ordine.

Una macchina organizzativa attiva da marzo

Le attività sul versante sono iniziate a fine marzo 2025, con la chiusura di via Garipoli e l’avvio delle prime operazioni logistiche. Il Consorzio ha organizzato un sistema multilivello di supporto, con tre basi operative: il campo base per le attività a valle, un campo intermedio per la movimentazione tecnica e un campo in quota per l’accesso diretto ai blocchi da demolire.

Tutti gli spostamenti e le azioni in loco sono stati supportati da un’infrastruttura tecnica avanzata: oltre al trasporto dei materiali, sono stati installati sensori e sistemi di allerta per rilevare micro-movimenti o anomalie, con trasmissione in tempo reale ai centri di controllo. Il livello di attenzione, in tutte le fasi, è stato massimo.

Un cantiere che guarda al futuro della mobilità

L’intervento a monte Ziretto non è stato soltanto un’operazione di messa in sicurezza: è anche un tassello fondamentale dell’avanzamento del raddoppio ferroviario tra Messina e Catania, uno dei progetti più rilevanti del piano infrastrutturale siciliano. Il tracciato, in corso di realizzazione, dovrà attraversare aree complesse sia dal punto di vista ambientale che urbano, come appunto il tratto montano taorminese.